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  sm*s s t e f a n i a m i c o t t i s t u d i o

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

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Casa Sciesa
Monolocale a Milano, 20 mq


L’appartamento si trova in Via Sciesa, nel cuore di Milano, all’interno di un palazzo con la tipica tipologia abitativa a ballatoio, di fronte all’Istituto Europeo del Design e vicino al Tribunale.
Una zona, dunque, incredibilmente vivace e in continuo fermento, dove vi è una richiesta importante di alloggi dal taglio ridotto.
Il monolocale, dalla superficie commerciale veramente esigua (circa 25 mq, di cui meno di 20 effettivamente calpestabili), si presentava in una situazione di degrado - essendo rimasto sfitto per molti anni - sia per quanto riguarda le finiture che per la compromessa situazione impiantistica.

 

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La volontà progettuale è stata quella di superare l’idea convenzionale dell’appartamento da affittare – i cui interventi sono spesso ridotti al minimo indispensabile – bensì di rendere lo spazio un ricercato pied-à-terre, caldo e accogliente nelle finiture e nei dettagli, con tutti i comfort necessari e con la possibilità di riconfigurare le funzioni a seconda delle esigenze specifiche.
Traendo ispirazione dai principi architettonici con cui Le Corbusier progettò il suo Cabanon, ogni elemento è ridotto al massimo dell’essenzialità e ciascun arredo spesso svolge una doppia funzione: il divano su ruote che si incastra sotto la parete attrezzata, scorre velocemente per divenire un letto alla francese; anche il blocco cucina si presenta minimale, senza denunciare lavello e fuochi, schermati da un elemento a ribalta che ha la funzione di paraspruzzi quando sollevato, e di trasformare l’elemento in un piano d’appoggio quando invece è richiuso su sé stesso.

 




La composizione dei vari volumi, che ospitano le più diverse funzioni necessarie al vivere quotidiano, ha anche l’intento di riproporzionare lo spazio, attraverso un gioco di pieni e vuoti, che aiutano a rendere più ampia la dimensione percepita dell’ambiente. I volumi e le diverse finiture che li rivestono vengono gestiti da un elemento tridimensionale in metallo rosso, un vero e proprio “fil rouge”, una sorta di filo conduttore che ha il compito, oltre che di essere il cardine attorno al quale ruota tutto l’intervento progettuale, di portare l’illuminazione primaria all’interno dell’ambiente e in corrispondenza delle funzioni previste.
Pur essendo un intervento dimensionalmente ridotto, anche il bagno ha un ruolo di tutto rispetto: la creazione del controsoffitto portante permette di sfruttare l’esubero dell’altezza per un ripostiglio in quota, oltre a rendere più proporzionato l’ambiente. Grazie all’utilizzo di rivestimenti chiari a parete, puntando poi sulle forti geometrie quasi optical delle ceramiche a pavimento e con la visiva vetrata che permette la fruizione della luce naturale, lo spazio risulta otticamente più ampio, confortevole e accogliente.”

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Disegni tecnici

 

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Informazioni

 

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Incarico / Progettazione preliminare, definitivo, esecutivo e direzione lavori

Committente / Privato

Progetto /  Stefania Micotti architetto

Fotografie / Angelita Bonetti, Studio Alma

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